Secondo la storia gastronomica più recente, il sandwich diventa noto in Italia tra l'800 e il 900, grazie a Gabriele D'Annunzio che lo battezza con il nome di "tramezzino". Da allora in poi si diffonde con molte varianti fino ad ispirare alcuni rosticcieri a creare pizze e panini farciti con il metodo del tramezzino, ovvero un ripieno chiuso tra due sfoglie di pasta di pizza.
Così nel 1970 un rosticciere di Afragola, un paesino dell'hinterland napoletano, dà vita alla parigina che, nonostante il nome, non ha alcuna attinenza con Parigi.
Partendo da una pizza rustica già nota a Napoli e formata da due strati di pizza intramezzati da provola e pomodoro, questo rosticciere ha l'idea di sostituire la parte di pizza superiore con uno strato di pasta sfoglia, dando vita così ad una pizza unica e particolarmente gustosa in cui si armonizzano diverse consistenze: la fragranza della pasta pizza e la croccantezza della pasta sfoglia, saldati dalla goduriosa morbidezza della provola filante, aromatizzata dal pomodoro.
Il successo è immediato e in breve tempo la parigina diventa un must della gastronomia partenopea, infatti oggi, oltre a rappresentare un elemento immancabile negli aperitivi e nei buffet delle feste, è soprattutto l'onnipresente rustico quotidiano di bar, pasticcerie e rosticcerie. Un rustico amatissimo che detiene il primato, assieme alla montanara (la classica pizza fritta), dei rustici più graditi.
Naturalmente come tutte le pizze e focacce napoletane, spesso si prepara in casa, soprattutto grazie alla possibilità di acquistare la pasta sfoglia già pronta.
Per realizzare una pizza rettangolare (30x40) occorrono:
1 rotolo di pasta sfoglia rettangolare,
400 gr. pasta per pizza (300 gr farina, 100/150 ml circa di acqua, sale, 10 gr lievito di birra),
200 gr pr. cotto,
250 gr provola di Agerola,
300 gr pomodori pelati,
olio evo,
sale.
Preparare prima la pasta per pizza unendo alla farina il lievito, un pizzico di sale e l'acqua, avendo cura di farla penetrare lentamente, ottenere un impasto morbido e liscio e farlo lievitare fino al raddoppio.
Intanto in una terrina fare insaporire i pomodori con un po' d'olio e sale. Quando la pasta è lievitata, stenderla in una sfoglia alta circa 4 o 5 mm, foderare una teglia rettangolare precedentemente unta con olio. Distribuire sulla pasta la metà dei pomodori, sistemare poi il prosciutto cotto e sopra di esso la provola a fette, versare l'altra metà dei pomodori e coprire con la pasta sfoglia, bucherellare la superficie con i rebbi della forchetta e cuocere in forno caldo a 200° per circa 30 minuti.
Servire tiepida, tagliata a fette quadrate.
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La pizza "parigina" di Afragola
un must della gastronomia partenopea
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Papille gustative